lunedì 2 novembre 2009

Alla Ricerca dell'Arte (parte 3)

Wassily Kandinsky, Improvisation 34, 1913

Forma e Colore

Anche le percezioni visive, come quelle tattili, non sono mai isolate e indipendenti, ma esse sono in relazione con altre componenti quali la forma e il colore. Forma e Colore sono mezzi di comunicazione, entrambi ci permettono di ottenere l'informazione tramite l'identificazione degli oggetti e degli avvenimenti.

La forma ci permette di distinguere una cosa dall'altra e il colore ci trasmette l'espressioneLa forma è un mezzo di comunicazione a volte più efficace del colore; il colore ha un urto espressivo che difficilmente si ottiene con la forma. La forma offre una varietà immensa di figure chiaramente distinguibili l'una dall'altra, come ci viene dimostrato dai volti, dalle foglie e dalle impronte digitali. 

Ma per quel che riguarda l'espressione non c'è forma, anche la più pronunciata, che possa stare alla pari con l'efficacia di un tramonto o dell'azzurro del Mediterraneo. 

Gli esperimenti psicologici rivelano le differenze esistenti nei modi di reagire delle persone al colore e alla forma, dove una particolare attrazione o repulsione nei confronti di un determinato colore è riconducibile a differenti stati psico-fisici ed emozionali. Intensità della luce, temperatura e dimensione dell'ambiente, combinazione, scelta e gestione dei colori, sono infatti alcune caratteristiche che possono influenzare inconsapevolmente la nostra percezione. 

In merito a questa contrapposizione il pittore H. Matisse ha affermato: "Se il disegno è proprio dello spirito il colore è dei sensi, dovete prima disegnare, per coltivare lo spirito e per essere capaci di guidare il colore in un sentiero spirituale". Nel campo dell'arte creatore autentico non è solo un essere particolarmente dotato, è un uomo che ha saputo ordinare in vista del loro fine, un insieme di attività, delle quali l'opera d'arte è il risultato finale. Vedere è già un atto creativo che esige uno sforzo".  

La visione è allora qualcosa di più complesso, è alla base di ogni arte ma anche di ogni scienza, in ogni sua forma creativa. 

Restando infatti all'interno di questo ambito, gli studi elaborati dal neurobiologo Semir Zeki, uno dei massimi esperti dei meccanismi della visione umana,  pionere sull'applicazione delle neuroscienze all'arte visiva, hanno fornito un contributo fondamentale nella comprensione del meccanismo visivo, sia dal punto di vista fisiologico, sia da quello percettivo, sia da quello neurobiologico, durante l'esperienza estetica, ovvero su cosa esattamente accade nel cervello quando ci troviamo di fronte a un dipinto (che sia figurativo e astratto), una scultura o anche durante l'atto creativo di un'artista, a seconda dello stato emotivo/immaginativo che lo accompagna. 

"La sua premessa fondamentale", sostiene Zeki, "consiste nel fatto che tutta l'attività umana è un risultato dell'attività del cervello e obbedisce alle leggi del cervello". (...) Ciò è possibile grazie agli spettacolari progressi compiuti dalle neuroscienze negli ultimi vent'anni. Oggi possiamo chiederci quali sono le condizioni neurali coinvolte nell'esperienza soggettiva della bellezza". (...) L'analisi degli ambiti più propriamente creativi e vitali della natura umana, può offrire inaspettate rivelazioni sui processi mentali che permettono di produrre conoscenza e di formare idee sul mondo". (...) Per molto tempo si è creduto di vedere con gli occhi, che un'immagine del mondo si imprimesse sulla retina per essere poi essere trasmessa e interpretata dal cervello. Con l'intensa ricerca recente si è capito che nell'occhio non c'è nessuna immagine nel senso tradizionale. La retina è invece il filtro e il canale dei segnali  verso il cervello, che poi costruisce il mondo visivo. La visione è quindi un processo attivo. Matisse  aveva capito istintivamente quando scrisse, ben prima degli scienziati: 'Vedere è già un processo creativo che richiede molto sforzo'".

Da sempre l'uomo si è interrogato sulla natura tra forma e colore e sul senso delle reazioni emozionali che essi provocano. Sta di fatto che si è creato un vero e proprio campo di indagine e di ricerca in ambito filosofico e scientifico. 

A seconda del campo di applicazione, la stessa combinazione produce effetti diversi, in grado di soddisfare determinate esigenze funzionali ed estetiche, e di conseguenza determina un'incredibile diversità di sistemi di produzione, al fine di consentire una corretta integrazione tra uomo e ambiente e tra ambiente costruito. 


Testi di approfondimento
  1. Arte e Percezione Visiva. Nuova versione di Rudolf Arnheim
  2. La Mente Dipinta di Alfonso Troisi
  3. Arte e Cervello  di Lamberto Maffei
  4. La Visione dall'interno. Arte e Cervello di Semir Zeki 
  5. L'età dell'inconscio. Arte, mente e cervello dalla grande Vienna ai nostri giorni di  Eric R. Kandel
  6. Arte e neuroscienze. Le due culture a confronto di  Eric R. Kandel
  7. La bella e la bestia: arte e neuroscienze di Ludovica Lumer e Semir Zeki  
  8. Arte del colore. Esperienza soggettiva e conoscenza oggettiva come vie per l'arte di Johannes Itten
  9. Il  piccolo libro dei colori di Michel Pastoureau, Autore di moltissimi libri dedicati al tema del colore, come: "Un colore tira l'altro: Diario cromatico",  "Dizionario dei colori del nostro tempo", "Giallo. Storia di un colore", di cui esiste la serie "Blu" "Verde" e "Nero".
  10. Arte, percezione e realtà  di Gombrich, Hochberg, Black
  11. Il Senso dell'ordine. Studi sulla psicologia dell'arte decorativa di Ernst Gombrich
  12. Tutti gli scritti di Wassily Kandinsky
  13. Teoria della forma e della figurazione I e II vol. di Paul Klee
  14. Verso una psicologia dellarte di Rudolf Arnheim
  15. La dinamica della forma architettonica di Rudolf Arnheim
  16. Cromorama di Riccardo Falcinelli
  17. La vita segreta dei colori di Lauretta Colonelli
  18. ll colore perfetto di Gianni Maimeri

Link di immediata consultazione
  1. Il Colore nella progettazione di Frank Mahnke
  2. Studi sul colore  di Cultor College
  3. Psicologia e fisica dei colori #1: il rosso di Paolo Pascucci
  4. Psicologia e fisica del colore #1: il Rosso (seconda parte) di Paolo Pascucci
  5. Lo scenario del colore di Valentina Vezzani
  6. Il ruolo del colore negli spazi della sanità di Valentina Vezzani
  7. Colore in Conferenza - Milano 2015 di Concetta Lapomarda

4 commenti:

  1. ciao Carla
    c'è una contiguità visivo-tattile che deve spingerci a adottare, in qualche caso, i medesimi atteggiamenti nella definizione 'oculare' di forma, che è data dalla possibilità di letteralmente 'tastare' le forme con i nostri occhi, l'estensione evolutiva del contatto fisico con entità fuori portata. Per il colore invece ci vedo un legame con indizi di decifrazione botanica o come un aumento delle possibilità 'espressive' di qualità corporee (penso alla maturazione dei frutti, al loro colore, agli indicatori di disponibilità all'accoppiamento, e così via).
    Bell'articolo, come sempre. Stimolants
    un caro saluto.

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  2. è vero, in generale forme e colore sono strumenti di comunicazione importantissimi e mentre la forma sembra comunicare contenuti più elaborati e razionali o logici il colore ha un impatto più immediato ed emotivo. Quando poi siamo noi a scegliere che codici usare, per riferirci alla nostra sfera personale ed emotiva tendiamo più facilmente a usare i colori anche perché forse intuitivamente capiamo che per gli altri è più facile comprendere. Non diciamo mi sento un triangolo o un cerchio, diciamo che siamo rossi di vergogna o di rabbia, verdi di invidia e se siamo tristi i nostri discorsi si riempiono di bianchi neri o grigi.

    Tuttavia meno i messaggi sono personali e scambiati in una cerchia ristretta di persone anche le forme sembrano avere un significato universale che può avere un impatto immediato ed emotivo proprio come fosse colore. Pensiamo alla segnaletica stradale dove il triangolo indica pericolo o il cerchio divieto. SI potrebbe obiettare che si tratta di informazioni apprese e quindi legate alla cultura di appartenenza. Tuttavia studi di neuroscienze applicate al design hanno rivelato che trovarsi in una stanza con spigoli viene percepita delle persone mediamente più minacciosa che una stanza dove predominano curve e bordi smussi.

    C'è forse qualcosa di ancestrale nel significato che diamo a forma e colore.

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  3. cara Manu (e ringrazia che non dico manu ciao, ahahaha) hai detto delle gran belle cose (nello stimoloso atelier della cara Carla): perchè non dici che sei triangola di rabbia? In fondo al tuo bel discorsuccio l'hai detto: minaccia concreta di un (triangoloso) acuminìo e minaccia (più) impalpabilosa del rosso, più vaga, senza una forma precisa: la rotondità del cerchio e la riposanza del verde, una riferisce una forma alla quale i tuoi atti si adeguano, l'altra, pur la tal cosa facendo, riferisce a un maggiormente indistinto agire e sentire.
    Pettate lì bele tose, che prima o poi la sfango! Ohhh, più che ancestrale!

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  4. Ciao Carla. Grazie a Emanuela Zerbinatti ho conosciuto il tuo blog molto interessante e vicino ad argomenti che mi interessano come l'arte e l'arteterapia.
    La straordinaria opera di Kandinskij che accompagna questo post (probabilmente della serie "composizione...")ci avvicina alle sue ricerche sulla "cromatologia". Le sue teorie relative all'espressività degli elementi del linguaggio visivo (punto, linea, superficie e colore) e lo studio delle loro combinazioni all'interno della composizione possono essere stimolanti e farci riflettere sulle "sensazioni" che si provano davanti ad un colore o delle combinazioni cromatiche.
    Ad esempio secondo Kandinskij gli angoli acuti, le forme triangolari e il colore GIALLO esprimono un senso di dinamismo e sono paragonabili ad un suono acuto.
    Gli angoli retti, le forme quadrate eil colore ROSSO esprimono equilibrio e corrispondono ad un suono medio.
    Gli angoli ottusi, le forme circolari eil colore BLU esprimono invece un senso di quiete e ricordano un suono profondo.
    Tutti gli altri colori e le altre forme hanno caratteristiche espressive intermedie.
    Anche i complessi fenomeni della "percezione visiva" sono come bene dice Carla 'affascinanti' ed è interessante scoprirli e ricercarli con la sperimentazione e il gioco.
    La percezione ci mette in contatto con il mondo circostante e fa scattare quel meccanismo di condivisione tra la stimolazione sensoriale e la consapevolezza cosciente. Secondo R. Arnheim la "percezione visiva" ci permette di cogliere le "generalità" fornendoci "immagini di tipi di qualità, di tipi di oggeti, di tipi di eventi" ponendo "le basi della formazione di concetti".

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