La storia dell'impressionismo non è tuttavia solo un fenomeno francese, ma un movimento d'arte internazionale (1860-1920) per la sua rapida diffusione.
L'impressionismo è l'epilogo grandioso di un modo particolare di impossessarsi del mondo dipingendolo.
Sarebbe incompleto senza il suo specifico proseguimento nel Neoimpressionismo di Georges Seurat, dove la rappresentazione visiva avveniva attraverso rigorosi procedimenti scientifici e gli effetti della luce si rivelavano più potenti rispetto a quelli ottenuti dagli impressionisti.
Scopo della ricerca
Interessati alle ricerche scientifiche che si stavano conducendo sulla natura fisica del colore, compiono uno vero e proprio studio diretto, sperimentale, all'aperto, sulle continue variazioni apportate dalla luce stessa sul mondo che li circonda: cercano per esempio di cogliere una variazione di luce che suggerisca un preciso momento nel tempo. I paesaggi e il succedersi delle stagioni nelle relative variazioni di tempo e di luce sono i soggetti particolarmente ideali per tali studi pittorici. Bastava, infatti, un cambiamento della luce, una leggera brezza o qualsiasi variazione atmosferica che la percezione non era più la stessa. "In pieno sole i contorni degli oggetti" scrive Cézanne, "Mi sembrano non solo bianchi e neri, ma blu rossi, marroni, viola; "Nessun ombra è nera", spiega Renoir, "Ha sempre un colore. La natura conosce solo i colori".
La pittura impressionistica come afferma Monet, risulta in questo senso "la registrazione di un'emozione irrepetibile in un istante di tempo che non si presenterà più".
Il suo intento era quello era quello di cogliere i diversi riflessi della luce e dunque i rispettivi stati d'animo che tali riflessi suscitavano in lui.
Perdendo definitivamente il ruolo di "oggetto" nella rappresentazione pittorica, per giungere a una percezione della realtà, che per sua stessa natura non è mai statica e immutabile, ma al contrario - perchè la luce cambia - mutua continuamente di aspetto, davanti agli occhi dell'artista.
L'effetto è ben reso dalla descrizione del critico Èmile Zola, con il quale Monet usava trascorrere del tempo assieme per discutere della sua arte:
L'impressionismo espande la capacità percettiva della pittura, offrendo una propria soluzione a favore di una visione d’insieme, e innesca nell'osservatore una nuova sensibilità, una nuova capacità di vedere, e una sorta di coinvolgimento emotivo.
Il colore è da sempre uno strumento di comunicazione per l'artista per esprimere le proprie emozioni, ma è anche uno strumento di conoscenza della realtà. Il colore rappresenta quindi un codice di lettura che assieme al valore grafico è capace di provocare risposte emotive: non a caso lo studio sul colore ha creato un vero e proprio campo di indagine e di ricerca in ambito filosofico e scientifico.
- Trovare una pittura che rendesse "l'impressione" visiva nella sua immediatezza, e che permettesse loro di tradurre sulla tela a due dimensioni le impressioni prodotte in loro dai giochi di luce e movimento;
- Adottare una tecnica rapida, senza ritocchi, a tocco, in modo da non pregiudicare la sensazione visiva e la soggettività dell'artista. I contorni sono aboliti, perché il colore in un certo senso, straripa da un oggetto o da un personaggio, e si prolunga in forma di ombra colorata;
- Abbandonare le regole di atelier nel disporre e illuminare i modelli sempre sotto la stessa falsa luce, nella solita posa tradizionale per poi passare al tratto e al chiaroscuro: tutto è equilibrio e banali giochi di luce ombre nere;
- Avversione totale per l'arte accademica: prospettiva, composizione, soggetto storico, personaggio, chiaroscuro. Queste regole erano state stabilite dalle accademie d'arte e indicavano proporzioni e rapporti ideali di linee e forme che dovevano essere osservati scrupolosamente.
Metodo: Lavoro en plein air dal principio alla fine. Un'immersione totale alla luce e al colore.
Questa filosofia della percezione sarà adottata sistematicamente, a partire dagli anni '70 dell'Ottocento. I giovani "rivoluzionari" e trasgressivi dell'arte che aprono la via alla ricerca artistica contemporanea si chiamavano Monet, Renoir, Cézanne, Degas, Pissarro, Sisley e Toulouse-Lautrec. Erano anni di rivoluzioni estetiche, scientifiche e culturali.
Paul Cézanne, Mont Sainte-Victoire Seen From Bellevue, 1885
Pierre-Auguste Renoir, La Seine à Asniéres, 1879
Il suo intento era quello era quello di cogliere i diversi riflessi della luce e dunque i rispettivi stati d'animo che tali riflessi suscitavano in lui.
Perdendo definitivamente il ruolo di "oggetto" nella rappresentazione pittorica, per giungere a una percezione della realtà, che per sua stessa natura non è mai statica e immutabile, ma al contrario - perchè la luce cambia - mutua continuamente di aspetto, davanti agli occhi dell'artista.
L'effetto è ben reso dalla descrizione del critico Èmile Zola, con il quale Monet usava trascorrere del tempo assieme per discutere della sua arte:
"Il sole cade a piombo sulle gonne di un bianco splendente; l'ombra tiepida di un albero ritaglia sul vialetto e sui vestiti soleggiati, una grande tovaglia grigia, stoffe tagliate in due dall'ombra e dal sole".
Claude Monet, Springtime, 1872
L'impressionismo espande la capacità percettiva della pittura, offrendo una propria soluzione a favore di una visione d’insieme, e innesca nell'osservatore una nuova sensibilità, una nuova capacità di vedere, e una sorta di coinvolgimento emotivo.
Il colore è da sempre uno strumento di comunicazione per l'artista per esprimere le proprie emozioni, ma è anche uno strumento di conoscenza della realtà. Il colore rappresenta quindi un codice di lettura che assieme al valore grafico è capace di provocare risposte emotive: non a caso lo studio sul colore ha creato un vero e proprio campo di indagine e di ricerca in ambito filosofico e scientifico.
...tempo fa mi è capito di leggere qualcosa su Cézanne e, in particolare una sua affermazione mi ha colpito ed entusiasmato: “Con una mela voglio stupire Parigi!”
RispondiEliminaIl senso è proprio quanto da te ben spiegato. Ovvero, utilizzando una comune mela come punto di partenza, un soggetto dipinto già un milione di volte, io (Cézanne) darò comunque un significato nuovo, in virtù della mia visione artistica, della mia tecnica con il pennello e, della mia risposta personale agli stimoli della natura.
bel pezzo Carla, brava!
Infatti, joe, gli Impressionisti guardano sì alla natura, per poi restituire una realtà del tutto soggettiva. Una grande esperienza innovatrice era dunque in corso: la ricerca di Cézanne influenzò grandemente la pittura Espressionista, che fece del colore il principale mezzo di espressione, per esprimere i propri sentimenti, alla esigenza di una forma suggerita unicamente dal colore e quindi soggettivamente ricreata.
RispondiEliminaBravo anche tu e grazie del tuo contributo!
I grandi pittori impressionisti!
RispondiEliminaSaluti
Gianfranco
E già, Gianfranco! Furono invece liquidati dalla critica militante con il soprannome di “impressionisti” per indicare l’incompletezza delle loro opere. Pensa un po’!!!
RispondiEliminaCiao Carla, passo per congratularmi per il post che ho apprezzato molto.
RispondiEliminaMercoledì parto per il Salento. Saremo più vicine per un paio di mesi circa.
Un abbraccio.
annarita
Grazie tante Annarita.
RispondiEliminaAh che bello. Se scendo anche io magari ci incontriamo... Salutami il tuo splendido mare.
Ricambio l'abbraccio.
Carla