domenica 21 agosto 2011

L'espressività di Marc Chagall


Marc Chagall, senza titolo, 1956-1957, Gouache, Acquerello e Pastello a cera su carta


Mi chiamo Marc, ho l'animo sensibile e
non ho denaro, ma di me si dice che abbia talento.

Mio padre aveva occhi azzurri, ma le
sue mani erano piene di calli.
Egli lavorava, pregava e taceva.
Anch'io ero così taciturno come lui.
Che ne sarebbe stato di me?
Dovevo restare così per tutta la vita,
seduto davanti ad una parete oppure
trascinare anch'io barili? Osservai le
mie mani. Erano troppo delicate….

Dovevo cercare,
un'occupazione speciale, una sorta di lavoro
che non mi costringesse
a voltare le spalle al cielo e alle stelle e
che mi consentisse di trovare il senso
della mia vita. Sì, cercavo proprio questo.

Tutto il nostro mondo interiore è realtà,
esso è forse più reale del mondo visibile.
Se si definisce fantasia o favola tutto ciò che
appare illogico, si dimostra soltanto
di non aver capito la natura.

Dall'autobiografia di Marc Chagall, Ma Vie, 1957


Un luogo che non è soltanto un luogo, che Chagall sceglie come destinazione e vi resta per sempre. Il paese di origine, la tradizione ebraica, fonte di saggezza e verità; la silente operosità del mondo agricolo russo, l’amore, sono i temi dei suoi quadri. Mondi figurativi e psicologici che si materializzano in una sorta di poesia fiabesca, senza perdere la misura diretta del contatto tra mente e cuore, infestando la mente di chi li guarda. In una proiezione speciale dell'immaginazione, che esprime ancora nell'originalità del disegno e dei colori la bellezza di un'arte inimitabile, perchè ciò che si vede è quello che il suo animo sente e pensa.

2 commenti:

  1. "Infestare" è un verbo ben scelto per significare l'azione di questi "mondi psicologici" sull'osservatore. Fanno l'effetto di un rampicante, si inerpicano sulle storte pertiche dei nostri mondi affettivi fino a confondersi con il panorama. E' un po' l'effetto di tutta la pittura espressionista: la descrizione, deforme in termini di visione classica, di uno spazio affettivo. In questo senso è rilevante anche il pensiero del pittore, in una sua frase molto espressiva

    e non mi costringesse
    a voltare le spalle al cielo

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  2. è molto vero ciò che dici: la pittura espressionista mette ben in evidenza i moti dell'animo, fino ad accorciare le distanze tra mondo interno e mondo esterno. In un legame singolare, dove l'uomo ha voglia di rifugiarsi quello spazio circostante.
    Grazie Paolo

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