Henri Matisse, La musica, 1910, San Pietroburgo, Museo dell'Ermitage
"I colori hanno una propria bellezza che bisogna conservare, come nella musica si aspira a conservare il suono; é una questione di organizzazione, del tipo di costruzione che mantiene la freschezza e la bellezza dei colori. Il colore raggiunge la sua piena forza espressiva quando risponde ad un sistema e corrisponde alla carica emotiva del pittore" Henri Matisse.
"Al cubismo che analizza razionalmente l'oggetto, Matisse contrappone l'intuizione sintetica del tutto. È la sintesi delle arti in cui musica e poesia confluiscono nella pittura" (Argan), e la pittura è concepita come note di un accordo orchestrate nello spazio, "al di là di tutti i registri, di tutte le gamme, a cui l'occhio umano è assuefatto dall'esperienza della natura" (Matisse).
Si tratta di un lavoro profondamente personale, in cui la pittura diventa veicolo, per lasciare libero spazio all'immaginazione, così da vagare in spazi immensi. Questa è l'intenzione di Matisse, e lo dimostra una lettera in cui scrive di aver cercato "per il cielo un bel blu, il più blu dei blu, l'idea del blu assoluto, e lo stesso vale per il verde della terra, per il vermiglione vibrante dei corpi".
Quell'infinita poesia che ritroverà con la stessa musicalità nei suoi "Papiers Découpés".
Alle volte io mi chiedo cosa vuole l'artista. O meglio, cosa vuole colui che si interroga e poi fa qualcosa che noi giudichiamo cosa d'artista.
RispondiEliminaL'artista vuole fare qualcosa che non è possibile fare realmente. E allora usa uno strumento sostitutivo. Anche le parole sostituiscono le azioni. E così, per la pittura, colore, forme, linee, piani costituiscono l'alfabeto di quel linguaggio, e la possibilità espressiva varia così tanto che è possibile scrivere dei quadri utilizzando solo alcune lettere e non altre. Che enorme possibilità espressiva! Però, le parole da trasportare, le parole di quel vocabolario espressivo non sono infinite come le parole del linguaggio. Infatti, come si può intuire, i quadri o le note, trasportano sempre un tipo di messaggio: non sono semplici descrizioni di una realtà, sono quella realtà filtrata dalle aspettative e dai desideri di chi la compone, dalle azioni che vorrebbe compiere nella realtà e che non può fare. In questo senso,letteralmente, vediamo la realtà con gli occhi dell'altro.
Quello che tu descrivi bene nel rapporto profondo e complesso tra parola e immagine, non è altro che una delle possibili porte di accesso tra due diverse modalità comunicative che condividono il potere affascinante delle immagini, senza sovrapposizioni, ma che si aggiunge all’altro. Ed è proprio sui modi dell’interpretazione che i cambiamenti appaiono più significativi.
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