domenica 12 gennaio 2014

Geometrie Astratte


La Rivista De Stijl, copertina

Nel periodo fra le due guerre, Parigi fu l'asse centrale delle sperimentazioni artistiche, ovvero delle avanguardie storiche. Nel campo storico-artistico, si definiscono avanguardie storiche i principali movimenti artistici del primo Novecento che hanno dato vita all'inizio dell'arte moderna/contemporanea: Espressionismo, Cubismo, Dadaismo, Surrealismo, Astrattismo
Questi movimenti, in un'ottica culturale e politica, in polemica con il passato e i valori tradizionali, hanno rifiutato il concetto di arte come imitazione della realtà e hanno introdotto nuove tecniche e mezzi espressivi. Di conseguenza i loro nomi non nascono più da battute ironiche, ma da Manifesti teorici, riviste e dichiarazioni varie. I fondatori delle scuole moderne di pittura, avevano, infatti, scopi personali, politici o sociali che essi ritenevano simboleggiati dal loro stile. 
A questo si aggiunse il progresso scientifico-tecnologico che segnò una profonda rivoluzione che investì tutti i settori, lungo una ricerca non meno complessa. 

Fittissimo, impetuoso, controverso è quindi il panorama artistico del Novecento. Fra le principali tendenze dell'arte contemporanea, l'Astrattismo allargandosi ai vasti settori della pittura internazionale, conosce un'evoluzione dalle più svariate interpretazioni e contaminazioni di scuole e di singole personalità. Di fatto se si esamina l'insieme delle opere astratte tra il 1917 e e il 1960, si constata l'esistenza di due tendenze fondamentali: alcuni artisti si affidano all'essenzialità e purezza del segno: è il caso dell'Espressionismo Astratto americano (pittura gestuale); 
altri vogliono dare il il primato alla costruzione essenziale e geometrica: è il caso dei precursori russi degli astrattisti (Larinov e il Raggismo, Malevic e il Suprematismo) e del Neoplasticismo di Mondrian e di Theo Van Doesburg in Olanda, che rivestì una grande importanza nell'evoluzione dell'arte contemporanea, contribuendo a una nuova impostazione dell'arte. 
Piet Mondrian tornato in patria, fondò nel 1917, assieme al connazionale Theo Van Doesburg, la rivista De Stijl. È sulle pagine di questa rivista che Piet Mondrian e Van Doesburg elaborano la teoria del Neoplasticismo e diedero nome al gruppo e ai suoi fondatori, architetti, scultori e pittori. Uno dei princìpi della teoria neoplastica era quello di eliminare la distinzione tra le arti, nella convinzione che la collaborazione tra pittori, scultori e architetti, doveva cominciare con i primi atti della progettazione, verso una "unità internazionale nella Vita, nell'Arte e nella Cultura".

"Nella poetica neo-plastica è estetico il puro atto costruttivo: combinare una verticale ed una orizzontale oppure due colori elementari è già costruzione" (Giulio Carlo Argan, L'Arte Moderna, 1970).
"La proporzione perfetta si ha quando tutti i valori del sistema (ciascuno dei quali tenderebbe naturalmente a dilatarsi o contrarsi, a emergere o sprofondare, a influenzare gli altri) si equilibrano formando non più una superficie omogenea, ma un piano geometrico" (Giulio Carlo Argan, L'Arte Moderna, 1970). Nasce così un'arte astratta, depurata, rigorosa. Una nuova concezione dello spazio, ridotta a forme e colori semplificati. 

Una pagina della rivista della Rivista De Stijl

La concezione dello spazio di Mondrian è dominata da un ritmo affidato esclusivamente ad elementi geometrici semplici, e a pochissimi colori, ridotti a soli rettangoli campiti da colori primari, assieme al nero al bianco."Cosa voglio esprimere con la mia opera?" Osserva Mondrian, "Niente di diverso da quello che ogni artista cerca: raggiungere l'armonia tramite l'equilibrio dei rapporti fra linee, colori e superfici".
Questa ricerca estetica ha avuto proprio in funzione del suo rigoroso geometrismo, una notevolissima influenza sull'architettura e nel design e nell'arte pubblicitaria. "Sull'architettura: non tanto sulle forme architettoniche quanto sulla valutazione funzionale degli spazi, sulla planimetria che li definisce e distribuisce, sulla progettazione" (Giulio Carlo Argan, L'Arte Moderna, 1970).

Piet Mondrian, Composizione n.1 con rosso e blu, 1931

Theo Van Doesburg, Composizione aritmetica, 1930

L'arte astratta conosce negli anni trenta-quaranta una nuova fase di ricerca, che ha il suo centro a Parigi e il suo seguito in diversi contesti nazionali. Nel 1926 Van Doesburg nel suo Manifesto dell'Elementarismo evolve la teoria del Neoplasticismo, distaccandosi al tempo stesso da Mondrian e approdando all'Art Concret, nome del gruppo fondato dall'artista nel 1930 e dell'omonima rivista uscita in un solo numero. Per Theo Van Doesburg "L'arte astratta non desume le proprie forme dalla natura. La struttura della composizione è il risultato di calcoli e schemi deduttivi che determinano la forma, eliminando l'interferenza delle componenti soggettive, interamente concepita prima della sua esecuzione", principio secondo il quale ogni elemento doveva essere ridotto all'essenziale e al servizio della tecnica e della forma. 
Questo indirizzo troverà un nuovo impulso nelle ricerche sul cinetismo (o Arte programmata), dando origine all'Optical Art la cui progettazione influenzerà grandemente l'industria del design, della moda e quella pubblicitaria.

Il Manifesto, Art Concret

Mondrian Collection di Yves Saint Laurent, 1966, fotografia di Eric Koch


Contributo per il Carnevale della Matematica ospitato da Annarita Ruberto"Macchine matematiche antiche e moderne" è il tema di questa edizione.
 

domenica 5 gennaio 2014

Serendipità: La Parola (Augurale) Del 2014


Max Ernst, Birth of a Galaxy (1969)

Ci vorrebbe serendipità per cercare una parola che meglio si possa adattare a un nuovo anno, al 2014 appena incominciato: e serendipità è quella che mi pare possa offrire una prospettiva fruttuosa a qualsiasi inizio.

Come molti sanno serendipità non è un augurio di tanta serenità in forma adiposa, per quanto il sereno sembri compreso nel termine. É invece una forma mentis, un atteggiamento di ricerca; è la scoperta di qualcosa di piacevole e utile, ma del tutto imprevisto. Serendipità difatti appartiene al lessico usato specialmente in ambito scientifico  mentre si effettuano indagini indirizzate ad altro fine: insomma, è ciò che capitò a Cristoforo Colombo, che intendeva raggiungere le indie circumnavigando il pianeta e invece si trovò a scoprire l'America; ovvero è la scoperta della penicillina da parte di Fleming, causata da un errata disinfezione di un provino, mentre lui cercava altro. 

Il termine, esotico (deriva dall'antica denominazione dello Sri Lanka), fu coniato nel Settecento quel medesimo scrittore inglese, Horace Walpole, che ambientò in Puglia il primo romanzo horror della letteratura universale, Il castello di Otranto.
Allora un 2014 serendipico è quello che ci vuole. Si avverte intorno una ondata globale di riflusso, di fuga, di io, speriamo che me la cavo; siamo assediati dalle promesse di chi intende trovare soluzioni ai mille problemi sociali che ci affliggono, rimedi alle ineguaglianze sempre più evidenti, davanti alle quali sembriamo oramai rassegnati all'inevitabile fallimento di ogni tentativo. 

E allora la serendipità? Come nella favola del tesoro nel campo, antica quanto Esopo, anche noi - come ai tre figli dell'agricoltore morente - viene consegnata una vigna, in cui dovrebbe essere nascosto un tesoro; i ragazzi della favola zapparono in cerca di scrigni e gioielli, non trovandovi nulla di tutto ciò, ma accorgendosi che in questo modo avevano dissodato a dovere il podere, che diede ottimi frutti. E questo che anche noi ci auguriamo per il 2014. Insomma: chi cerca trova, ma non quello che ci si attendeva, e tuttavia qualcosa di altrettanto significativo. Dissodare l'utopia spesso può offrire risultati inaspettati, anche se diversi. Serendipità è per coloro che sanno che il fine non è quello di arrivare a una meta, ma quello di cercare la meta. 

Di Giacomo Annibaldis 

(Tratto da La Gazzetta del Mezzogiorno del 2/01/2014).