Tiziano Vecellio, Flora, 1515 circa - Google Art Project
Il panorama del Cinquecento pittorico veneziano è dei più splendidi, grazie all'altissimo apporto di un gruppo di pittori che da Giorgione a Tiziano, dal Veronese al Tintoretto, non solo proseguono e potenziano il colorismo già avviato dai pittori del Quattrocento, ma assimilano in maniera personalissima, la cultura e la scienza pittorica di Leonardo, che rappresenta la sintesi ed il superamento del disegno e del chiaroscuro plastico tra figura e paesaggio, su modulazioni tonali straordinariamente sottili. Tiziano Vecellio domina la scena pittorica del Cinquecento veneto. Fu il primo pittore ad affermarsi a livello europeo; ricercato da imperatori, sovrani e principi, la sua produzione, fin dai primi albori, suscitò grande ammirazione ed entusiasmo.
Leonardo da Vinci, Il Ritratto di Dama, 1490-1495 circa
Tecnica dello Sfumano Vinciano
In modo particolare, la novità stilistica di Tiziano nella sua evoluzione, è segnata da un temperamento pittorico più ardito ed esuberante. La sua pittura riprende i sapienti effetti plastici di Giorgione, ma in seguito diventa abilissimo nello sfruttare i colori e la distribuzione tra luce e ombre, sviluppandola in tutt'altra morbidezza e una sublime sensualità: "Pochi e comuni colori erano sulla tavolozza di Tiziano: onde la maggior vaghezza de' dipinti suoi nasceva da contrapposti. Un bianco candido panno vicino a una figura ignuda ne accendea tanto la tinta, che dei più vivi cinabri parea impastata, quando niente più aveavi adoperato Tiziano che la semplice terra rossa, con un poco di lacca verso i contorni e nelle estremità (...) Quindi fu che la vaghezza delle opere di Tiziano mai non oltre passò la verità; e tanto più era ed è universalmente gradita quanto più congiunta al gran principio della natura" (Zanetti, Dellla pittura veneziana e delle opere pubbliche dé veneziani maestri, 1771).
Tecnicamente la scoperta dei veneti consisteva nell'utilizzare come mezzo rappresentativo solo il colore o prevalentemente il colore. Tale scoperta prese il nome di Tonalismo. Inizia con quest'opera la ricerca di un pieno accordo tonale (con i suoi diversi gradi di saturazione e di luminosità), ossia una gradazione di tonalità coloristiche che suggerisce rilievo e atmosfera e plasma le immagini. In questo senso lo sfumato vinciano fu inteso dai coloristi veneti, come la ricerca di un nuovo mezzo di espressione, tale da evadere dalla precisione del disegno o del contorno per accedere a una visione più intima ed appassionata.
Questa nuova dimensione espressiva tra luce e colore si riflette già nel primo periodo dell'attività artistica di Tiziano e andrà a costituire una delle caratteristiche salienti nell'arte tizianesca, verso soluzioni tecniche assolutamente originali, contraddistinguendosi per la capacità di creare atmosfere palpabili: "Abbozzava i suoi quadri con una tal massa di colori" riporta il Boschini, nellla sua La carta del navegar Pitoresco, "che servivano (come dire) per far di letto o base alle espressioni, che sopra li doveva fabbricare. Procedeva con colpi risoluti, con pennellate massicce di Colori e con il pennello tinto di rosso, di nero, di giallo, formava il rilievo d'un chiaro" facendo apparire così la promessa d'una rara figura. Accadeva poi che volgesse i dipinti alla muraglia e ivi li lasciva alle volte per qualche mese, senza vederli; e quando poi da nuovo vi voleva applicare i pennelli, con rigorosa osservanza li esaminava come se fossero stati suoi capitali nemici, per vedere se in loro poteva trovar difetto; e scoprendo alcuna cosa, che non gli concordasse al delicato suo intendimento, come chirurgo benefico, medicava l'infermo". E sfregando con i polpastrelli i pigmenti del colore per dare maggior corpo alla silhouette tracciata, "infine interveniva il condimento de gli ultimi ritocchi, quando Tiziano procedeva con sfregazzi delle dita negli estremi de' chiari, avvicinandosi alle mezze tinte, e unendo una tinta con l'altra; altre volte con uno striscio delle dita pure poneva un colpo d'oscuro in qualche angolo, per rinforzarlo, e così andava a riducendo a perfezione le sue animate figure. Ed il Palma mi attestava per verità che nei finimenti dipingeva più con le dita che con i pennelli".
Dall'esame di numerosi quadri di Tiziano i dati che stanno affluendo dai restauri confermano la sostanza del testo. E sembra inoltre che egli considerasse il disegno solo un'espressione riassuntiva e schematica di linee. Gli si attribuisce infatti una frase caratteristica, secondo la quale: "Il pittore non dovrebbe far dei disegni precisi onde non essere impacciato nel dipingere" (Tutta la pittura di Tiziano. Volume primo: 1480-1545. Volume secondo: 1546-1576. Milano, Rizzoli, 1960. Collana "Biblioteca d'Arte").
Era infatti abitudine del pittore e della scuola veneta non tracciare in modo dettagliato le fasi del disegno (contrariamente a quanto accadeva nelle botteghe fiorentine), quasi a voler considerare il colore funzionale alla delimitazione del disegno stesso, ma interveniva con brevi e fluidi tratti, ora ad inchiostro ora a carboncino, che venivano poi tirati con il pennello stesso, con il fine di restare lontano da tutto ciò che in qualche modo prestabiliva l'ordine di una composizione.
Altro nodo centrale, per lo sviluppo della pittura tonale, fu l'utilizzo della pittura a olio, grazie anche alla comparsa della tela su telaio libero, il cui uso fu introdotto dai Veneti sul finire del Quattrocento. Lo spirito di ricerca e l'interesse nel trovare nuove formule per ottenere una buon impasto e una eccellente esecuzione pittorica, è stato sempre vivo negli artisti di tutte le epoche. A questo riguardo Leonardo da Vinci, scriveva: "L'immaginazione lasciata a se stessa si abbandona a sogni irrealizzabili; si deve studiare la scienza o avanti l'arte o nel medesimo tempo per imparare nei quali limiti si deve restare" (Trattato della Pittura).
La maggior parte di queste nozioni inerenti alla natura delle materie, e ai complessi procedimenti tecnici della pittura, sono state riportate dal pittore Cennini nel suo noto Libro dell'Arte.
Tuttora resta il più prezioso trattato sulle tecniche artistiche che ci sia stato tramandato. In linea generale ci sono delle norme che regolano l'applicazione del colore sempre in rapporto agli usi pratici della tecnica pittorica utilizzata, in quanto il colore, ha un essenza non solo fisica, ma anche chimica. Ciò che identifica la struttura complessiva di un'opera pittorica è la scelta del legante utilizzato. Questo perchè la sua trasformazione chimica causerebbe indesiderate alterazioni delle proprietà meccaniche e ottiche della pittura.
Tiziano, Venere di Urbino, 1538
Fino al XV secolo, i pittori utilizzavano la tempera, una delle tecniche più antiche in assoluto. La tempera era composta da pigmenti di origine naturale e minerale, emulsionati con una base mista a tuorlo d'uovo o altri materiali emulsionanti come il latte di fico o la cera sciolta in essenza. La scelta differiva secondo i criteri personali dell'artista; e inoltre per conferire una certa brillantezza e resistenza ai colori, a volte, utilizzavano vernici trasparenti di pigmenti misti a olio. Tuttavia, l'impasto ottenuto, si convertiva in una pellicola opaca, di colore puro, sensibile all'umidità, che si asciugava in pochissimo tempo riducendone la profondità.
Al giorno d'oggi esistono molti altri colori che in commercio prendono nomi diversi a seconda delle sostanze cui sono mescolate o dal nome dell'inventore, grazie alle numerose possibilità offerte dai continui progressi della chimica e dell'industria. Tuttavia, la purezza della materia colorante, è fondamentale per la fabbricazione di colori adatti per una pittura che offra caratteristiche di brillantezza e solidità nel tempo. Purtroppo, in commercio, sono in vendita molti colori artificiali che in genere non danno alcuna garanzia di fissità. Affinché le materie coloranti possano rispondere in maniera completa a tali esigenze, è necessario che vengano sottoposte a una verifica della loro purezza, nonché a una regolare e diligente macinatura. Opere recenti presentano infatti danni irreparabili dovuti anche alla loro non reversibilità.
Tiziano, Le Tre Età dell'Uomo, 1512
La grande sensibilità alla bellezza plastica del corpo femminile, il connubio dei cromatismi caldi e brillanti, l'intensità della luce, la rappresentazione naturalistica tipica dell'arte cinquecentesca e la genialità delle composizioni, consolidano il fascino peculiare della pittura tizianesca, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
Contributo per il blog Arte e Salute dell'amica Emanuela Zerbinatti
..."Dalla poesia alla pittura il passo è breve quando si tratta di Carnevale della chimica e infatti la nostra amica Carla Citarella dell’Atelier delle attività espressive ci parla di Tiziano Vecellio e la tecnica coloristica, ovvero come il colore e le sue gradazioni possono diventare mezzo espressivo come e più dei tratti essenziali del disegno che vi soggiace. Ovviamente una tale rivoluzione nella pittura del ‘5oo è stata accompagnata e resa possibile dalle tecniche di produzione dei colori, a olio in questo caso. Dal ‘500 ai giorni nostri Carla ci porta nell’arte contemporanea col suo secondo contributo dedicato a L’arte giapponese e le incisioni di Shigeki Tomura. Cambiano i tempi e le culture ma la sostanza è sempre la stessa: innovazioni artistiche e tecnologiche vanno di pari passo. E l’arte giapponese in particolare ha sempre rappresentato “l’unicità del connubio tra tradizione, artigianalità e sapiente conoscenza dei materiali e delle tecniche”. Sarà questo un altro motivo per cui l’oriente artistico ha sempre suscitato grande fascino negli artisti occidentali da Degas, Renoir, Toulouse-Lautrec, Monet, Cezanne, Van Gogh, fino a Gauguin e Chagall? Leggete il post di Carla e lo scoprirete".
RispondiEliminaEmanuela Zerbinatti
Thank you for this informative research! One of my favorite things about Renaissance art, in general, is its symbolism.
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