domenica 27 settembre 2009

I Protagonisti dell'Arte: Kandinsky e il suono del colore

Wassily Kandinsky, omposizione VIII, 1923,  Guggenheim Museum, New York

Un numero significativo di artisti e musicisti nel tardo diciannovesimo secolo, ritenevano che ci fosse un collegamento fondamentale tra il colore e il suono. Wassily Kandinsky (1866-1944), uno dei più conosciuti artisti moderni del suo tempo, nonché esperto di estetica filosofica, credeva in modo inequivocabile nel legame tra il colore e il suono. Infatti Kandinsky è stato un sinesteta, una persona che sperimentava, in modo insolito, le connessioni tra i sensi.

Nel suo lavoro del 1914, "The Art of Spiritual Harmony", Kandinsky presenta le sue supposizioni circa le associazioni sensoriali che possono vivere quelle persone dotate di una certa sensibilità. Kandinsky ha dichiarato che le nostre impressioni comunicano direttamente e immediatamente con la nostra anima. Egli afferma che Il suono dei colori è così preciso che sarebbe difficile trovare qualcuno che tenti di esprimere il giallo brillante con delle note basse. Per Kandinsky, il giallo è il suono acuto di una tromba, il verde è un violino, la luce blu è un flauto, un blu più scuro è un violoncello, un blu più scuro ancora è un contrabbasso, e il blu più scuro di tutti è un organo. Il bianco invece, per Kandinsky è il colore del silenzio, corrisponde direttamente a delle pause che si verificano nei ritmi musicali. 

Il termine "Composizione" utilizzato da Kandinsky per intitolare alcune sue opere implica proprio una metafora con la musica. Kandinsky era affascinato dalla potenza emotiva della musica. Poiché la musica si esprime attraverso il suono e il tempo, permette all'ascoltatore una libertà di immaginazione, interpretazione e di risposta emotiva che non si basa sul letterale o descrittivo, ma piuttosto sulla qualità che la pittura astratta, può fornire.


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