domenica 15 luglio 2012

Il linguaggio della danza



"Ogni forma di danza, dai salti di gioia dei bambini e dall'invocazione rituale agli dèi della tribù alle rappresentazioni teatrali, nasce dal bisogno che l'uomo ha di tradurre i propri sentimenti in movimento. In tutti i tempi e in quasi tutti i tipi di società si è sempre richiesto che i danzatori si impadronissero dei complessi movimenti tradizionali e che quindi li trasformassero in una danza eseguita con la scioltezza e la spontaneità fissate nel bozzetto" (Léon Bakst).

La danza, nella sua forma più semplice, è un naturale mezzo di espressione del corpo: da sempre i bambini giocando, armonizzano attraverso movimenti spontanei, passi di loro invenzione a ritmo di musica per una maggiore conoscenza di sé, per divertimento o per tradurre fisicamente un'emozione; tale esigenza appartiene a tutti i popoli e a tutte le età. 
Le prime danze, risalgono a popolazioni molto antiche quali i Greci, Etruschi ed Egizi, attraverso le figure di danzatori delle sculture e delle pitture murali e vascolari pervenute sino a noi.

Nel passato le danze costituivano un elemento fondamentale dei rapporti sociali a seconda delle finalità legate al loro utilizzo: 
  • Con esse si accoglievano e si salutavano gli stranieri; 
  • Servivano come rituale simbolico sia a infondere coraggio ai guerrieri, sia a terrorizzare il nemico;
  • Contro le calamità naturali; 
  • Come rituali magici per curare i malati e per celebrare le varie fasi della vita (nascita, matrimonio, morte). 
Passi e gesti inizialmente prodotti battendo i piedi per terra e successivamente al ritmo di tamburi e di altri strumenti musicali. 

Rituali simbolici che ancora oggi si eseguono nelle attuali comunità primitive e che variano, naturalmente, secondo la propria cultura. Ma qualunque siano le diversità, il significato di queste attività, per quanto più sofisticate, derivano o si ispirano a queste prime esperienze della vita umana nella forma di passi e di gesti. Nell'antica Grecia, ad esempio, la danza, il teatro e la musica, rappresentavano le attività più armoniose allo sviluppo dell'individuo, con una funzione di coesione e di catarsi (terapeutica). 

Tutte le danze per quanto sia la loro distanza, religiosa, sociale e teatrale, hanno in comune la creazione di una figurazione drammatica di movimento attraverso l'uso espressivo del corpo. Quanto a espressività nell'uso del proprio corpo, il danzatore di professione dovrà acquisire agilità, quel grado di perfezione tecnica, per trasmettere quell'armonia di gesti, di equilibrio e di movimenti che è essenziale per l'arte della danza. Al giorno d'oggi, il linguaggio della danza, ha acquisito un valore liberatorio più marcato, si associa a una qualità di vita migliore, in vaste aree di applicazioni secondo un approccio multidisciplinare. Sono infatti sempre più numerosi gli studi e le evidenze scientifiche che mettono in relazione questo legame: Dancing can reverse the signs of aging in the brain.

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